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La Restaurazione

Con il tramonto dell'astro napoleonico si profilano nuovi problemi: negli ultimi giorni del 1813 Faenza cade sotto gli austriaci, coalizzati con i napoletani di Gioacchino Murat, e i filopapalini (concentrati soprattutto nel Borgo Durbecco, da tempo in antagonismo con il nucleo cittadino) rientrano tra le mura seminando morte e violenza.

Poi, nel febbraio dell'anno successivo, Murat e il generale austriaco Nugent si dividono la Romagna: Faenza, capitata sotto il re di Napoli, continua ad essere preda dei "briganti" filopapalini. Ma già in aprile la città ritorna sotto gli austriaci, che impongono tasse ancor più gravose dei predecessori. Nel '15, in concomitanza con i "100 giorni" di Napoleone, Gioacchino Murat compie il suo tentativo di conquista dell'Italia: il 15 aprile entra a Faenza, accolto trionfalmente dai patrioti, viene però sconfitto il mese dopo a Tolentino. Così il 16 luglio, secondo quanto stabilito dal Congresso di Vienna, la Romagna torna sotto il dominio papale e una Faenza sfinita e finanziariamente al collasso accoglie la notizia come una liberazione.