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Nel Regno d'Italia

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Nel 1846 diventa papa Pio IX e il clima liberale degli inizi del suo pontificato allenta il rigore in tutto lo Stato. Non per questo a Faenza torna la tranquillità: le scaramucce tra i liberali di città - ora a favore di Pio IX - e gli ultrareazionari borghigiani proseguono senza esclusione di colpi. Queste lotte si fanno particolarmente feroci nel '49, durante la breve esperienza della Repubblica Romana, alla quale la municipalità aderisce con entusiasmo. Poi, nel maggio di quell'anno, la città viene rioccupata dalle truppe asburgiche e inizia un altro periodo di repressione cui gli alleati del papa conferiscono un inflessibile carattere militare.

Ma ormai il malessere che cova a Faenza sfugge ad ogni controllo: mentre le campagne dei dintorni sono infestate da briganti - tra i quali il più noto per ferocia rimane il Passatore -, in città si verificano di continuo liti sanguinose, attentati e omicidi, il cui movente politico è a volte un semplice pretesto. Nel 1859, scoppiata la II Guerra d'Indipendenza, Firenze, Parma, Modena, Bologna e le città di Romagna insorgono chiedendo l'annessione al Regno di Sardegna. La sera del 12 giugno giunge notizia che Bologna ha costituito un governo provvisorio: il mattino dopo anche Faenza si ribella alle guardie papaline e, in uno scontro non cruento, i liberali prendono possesso della città. Il 6 settembre '59 la Romagna vota l'annessione allo stato sabaudo e nel marzo 1861, dopo l'impresa di Garibaldi, anche Faenza entra a far parte del Regno d'Italia.