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100 Km del Passatore

 

 

100 Km del Passatore 2010. Giorgio Calcaterra, vincitore della corsa, in testa al passaggio di Borgo San Lorenzo (Francesco Michelacci – Studio Photosprint).

100 Km del Passatore 2010. Giorgio Calcaterra, vincitore della corsa, in testa al passaggio di Borgo San Lorenzo (Francesco Michelacci – Studio Photosprint).

 

LA LEGGENDA DELLA 100 KM DEL PASSATORE

UNA CORSA ALL’INSEGNA DI SPORT, NATURA, STORIA, ARTE E BUON VINO

Si ripete ogni anno, l’ultimo week end di maggio, una leggenda del podismo internazionale, la 100 Km del Passatore. La gara coinvolge le città, i paesi (e i loro abitanti) presenti lungo la dorsale appenninica che unisce Firenze a Faenza. Si tratta di un incredibile avvenimento umano, sportivo e sociale nato nel 1973 da un’idea di Checco Calderoni, presidente Uoei, e Alteo Dolcini, segretario generale del Comune manfredo. Questa “Olimpiade della follia”, come scrisse il Corriere della sera nel ‘78, deve ancora oggi il suo successo all’impegno del Consorzio Vini di Romagna e dei Comuni di Faenza e Firenze, al sostegno di due istituti di credito, quali Banca di Romagna e Banca CR Firenze, nonché di Fondazione Banca del Monte Cassa di Risparmio, Friliver-Bracco, Coop Adriatica, Gemos, Ctf, Oliviero Abbigliamento e Moreno Motor Company. E senza dimenticare gli altri Comuni del percorso (Fiesole, Borgo San Lorenzo, Marradi, Brisighella), Uoei, Società del Passatore e tutta una serie di associazioni (oltre 40, tra cui, in primis, il Coordinamento delle Misericordie di Firenze e la Cri di Faenza) e volontari (oltre 500), che ne garantiscono organizzazione, assistenza e svolgimento km dopo km. Soprattutto, il successo della “100 Km” è merito degli atleti ed amatori che la corrono (negli ultimi dieci anni sono stati mediamente oltre 1.300, provenienti un po’ da tutta Italia, ma anche dai cinque continenti). Sono i podisti, con la loro presenza, il sacrificio, la lotta contro il dolore, la fatica e i piccoli e grandi ostacoli del percorso (“una metafora della vita”, scrisse con rara efficacia il sen. Elio Assirelli, presidente della “Cento” dal 1980 al 2009, scomparso l’ottobre scorso), a fare di questa gara un’esperienza sportiva e umana straordinaria. In un ambiente altrettanto incomparabile.

La fortuna di questa corsa – “la più bella del mondo”, ha scritto il Carlino nell’80 – è dovuta anche al contesto paesaggistico in cui essa si svolge, alle sue numerose emergenze ambientali, storiche ed artistiche. In primo luogo, la bellezza della “Città del Rinascimento” per antonomasia, Firenze. “Il Passatore” prende il via alle 15.00 dal suo centro storico, da quei monumenti mondiali dell’arte che sono piazza della Signoria, via de’ Calzaiuoli (sede della partenza) e piazza Santa Croce (sede del ritrovo). Poi, la sinuosità e varietà del tratto appenninico tosco-romagnolo: i colli, i borghi e i passi percorsi fin dall’antichità e celebrati da poeti, scrittori e giornalisti di ogni tempo, quali, ad esempio, Sant’Umiltà, monaca, poetessa e patrona della 100 Km, di cui quest’anno si celebra il 700° centenario della scomparsa, che percorse più volte a piedi per incontrare le comunità benedettine da lei fondate tra Romagna e Toscana. Poi, noblesse oblige, Dante Alighieri, Nicolò Machiavelli, Dino Campana, Alfredo Oriani, Indro Montanelli…

Singolari anche gli altri luoghi. I colli di Fiesole, che i podisti incontrano nella loro caratteristica forma a falce di luna e circondano una città che risale all’età del bronzo (2000 a.C.) ed è ricca di tracce ellenistiche e romane (zone archeologiche e Museo Civico). Poi il Mugello e il suo centro più importante, Borgo San Lorenzo: d’origine romana, ha nel periodo dei Comuni un punto alto della sua storia, come testimoniano le Porte Fiorentina e dell’Orologio, ammirabili da podisti e spettatori. Il Passo della Colla di Casaglia (913 metri slm), punto topico della corsa, costituisce uno splendido tratto d’Appennino, tra foreste e poderi coltivati. I suoi versanti sono anche zone di vini eccellenti, perché vantano radici e tradizioni vitivinicole secolari, confermate dai rossi toscani, in primis Chianti e Brunello, e dai rossi e bianchi romagnoli, quali Sangiovese, Cagnina, Albana, Trebbiano e Pagadebit. Segue Marradi, il cui territorio, abitato fin dai tempi antichi (da liguri ed etruschi), propone opere importanti del X secolo (S. Reparata, S. Maria di Crespino, S. Barnaba di Gamogna…), così come Brisighella, antichissimo borgo medievale della Val d’Amone, sui cui tre pinnacoli rocciosi poggiano la rocca Manfrediana e Veneziana, la torre dell'Orologio e il santuario del Monticino. I podisti l’attraversano e tirano dritto verso la meta di Faenza, la Faventia romana, la Faïence ceramica, il “gioiello architettonico neoclassico”, con piazza del Popolo a sintetizzarne l’essenza di “piccola Atene” e ad attenderne il primo atleta intorno alle 21.45 circa.

I podisti del “Passatore” sanno che la corsa è anche questo e “fanno la strada”. Vuoi mettere salire la Colla in un giorno di sole di maggio, tra vigneti e castagneti, campi di erba spagna e girasoli? Vuoi mettere il fiatone di un amico che fatica a tenere il passo? Vuoi mettere il sentirti parte della natura che ti circonda? Sembra di tornare indietro nel tempo, all’infanzia. Se ascolti un podista che ha fatto la “100 Km”, senti che ama la corsa e non teme il tempo impiegato. Gli importa solo la sfida, l’arrivare al traguardo. È quella la sua vittoria, non altro. È il fascino di una corsa e di un ambiente unici. Da provare e da vivere.