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O.d.g. "Ferma condanna di ogni violenza contro i dimostranti pacifici in Myanmar (ex Birmania)"

16 Novembre 2007

IL CONSIGLIO COMUNALE DI FAENZA
- riunito in data 15.11.2007 -
Premesso che
· lo Stato di Myanmar (ex Birmania) è guidato da decenni da una giunta militare accusata, tanto dai rapporti delle competenti agenzie delle Nazioni Unite, quanto dalle organizzazioni per la difesa dei diritti umani e sindacali, di ripetute, continuate, gravi e sistematiche violazioni dei diritti umani e sociali;
· da settimane, nelle maggiori città del Myanmar, in particolare a Yangom, centinaia di migliaia di persone, con in testa monaci buddhisti, partecipano a marce di protesta pacifiche anti-governative per chiedere libertà, democrazia, rispetto dei diritti umani e condizioni sociali più giuste;
· il regime militare ha risposto con una violenta e brutale repressione che ha causato centinaia di morti e arresti indiscriminati;
· da dodici anni il premio nobel per la pace Aung San Suu Kyi si trova agli arresti domiciliari;
Ricordato che
nel preambolo della dichiarazione ONU dei diritti universali dell’uomo si stabilisce che gli Stati membri si impegnano ad assicurare, in cooperazione con l’Organizzazione delle Nazioni Unite, il rispetto universale ed effettivo dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali;
Esprime
il proprio sostegno e la propria solidarietà alle pacifiche manifestazioni dei monaci e del popolo birmano affinchè venga finalmente avviato un processo di libertà e democrazia, e data risposta alla dilagante povertà del paese;
Condanna con fermezza
ogni violenza contro i dimostranti inermi e pacifici da parte della dittatura militare, e il tentativo di voler nascondere al mondo quanto sta realmente accadendo;
Sollecita il Governo Italiano
· ad attivare tutte le iniziative possibili dirette a sensibilizzare i Governi delle potenze asiatiche che sinora hanno appoggiato il governo del Myanmar e che oggi si oppongono alle sanzioni richieste dall’ONU, in particolar modo Cina e Russia, perché si uniscano a tutta la comunità internazionale nel cercare di far cessare le violenze contro le pacifiche manifestazioni dei monaci e della popolazione del Myanmar;
· nel contempo ad agire direttamente sul governo militare del Myanmar per indurlo al riconoscimento ed al rispetto del diritto alla libertà e all’autodeterminazione.
Votato all’unanimità