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"DESAPARECIDOS" AL MASINI

12 Giugno 2006

Un omaggio alla “Faentina lontana 2006” Elda Casadio e alle madri di Plaza de Mayo.
Lo spettacolo è presentato dal gruppo teatrale Angelo Solaroli
In occasione del trentennale del golpe in Argentina, venerdì 16 giugno prossimo, alle ore 21.00, al teatro Masini, il gruppo teatrale Angelo Solaroli di Faenza presenta “Desaparecidos”, uno spettacolo dedicato a Elda Casadio, “Faentina lontana 2006”, e alle madri di Plaza de Mayo.
Prevendita dei biglietti (posto unico: 8 euro) presso la libreria Moby Dick (via XX Settembre, 5; tel. 0546.663605).
La biglietteria del teatro Masini la sera dello spettacolo aprirà alle 20.00. L’intero incasso della serata sarà devoluto all’associazione argentina delle Madri di Plaza de Mayo (www.madres.org).
“Desaparecidos”, con la regia di Paolo Massari, ricorda le vittime della dittatura che col golpe del marzo ’76 prese il potere in Argentina. Dall’iniziale interesse per il racconto della vicenda, a cui l’Italia e Faenza stessa non sono estranee, l’attenzione cresce fino al completo coinvolgimento dentro all’incredibile tragedia, attraverso le voci di tre donne, tra le quali la faentina Elda Casadio, cui l’Amministrazione comunale quest’anno consegna, alla memoria, il riconoscimento di “Faentina Lontana”.
Sono testimonianze così profonde e violente da renderci partecipi del dramma, tuttavia incapaci di misurarne le dimensioni reali, ma riuscendo a farci percepire le tensioni, provarne i dolori, gli sconforti e le paure. Una percezione tanto reale nella trama che rivela presto una via crucis scandita da stazioni che ricostruiscono l’intero dramma argentino. Trentamila è la cifra ufficiale dei desaparecidos, ma dopo 30 anni rimane, tuttora, lo smarrimento per la scarsa volontà politica di arrivare a una verità storica soddisfacente. Le vicende sono agghiaccianti: sparirono operai, contadini, studenti, giornalisti, suonatori di tango, fumettisti, infermieri, medici considerati oppositori perché impegnati socialmente. Venivano sequestrati e torturati in campi di concentramento, occultati nei sotterranei delle caserme, in ville signorili, fattorie sperdute.
I cadaveri - racconta Massimo Carlotto autore di diversi testi sulla tragedia argentina della desaparecion - finirono in fosse comuni, lanciati dagli aerei, fatti a pezzi dalla dinamite: i loro corpi non vennero mai restituiti alle famiglie. Il regime fingeva di essere estraneo alla scomparsa assassinando e facendo sparire i loro corpi. Fu grazie a un gruppo di madri dei sequestrati, le Madri di Plaza de Mayo, che in Argentina misero a repentaglio eroicamente la loro esistenza ricercando i figli scomparsi, che il mondo conobbe gli orrori di una dittatura militare. Orrori nati dalla normalità: qualunque madre può essere domani una di quelle madri, donne che a testa alta fanno rumore, madri combattenti definite "pazze" da chi non ha ancora trovato il coraggio di sapere, di capire che cosa è successo ai dispersi.
Il loro è il desiderio di non far dimenticare al resto del mondo che ancora oggi esistono uomini che in passato hanno massacrato, torturato, cancellato altri uomini e che, invece di pagare per i loro crimini, si nascondono dietro volti "comuni". Donne madri che insegnano, non con la forza ma con una immensa sete di giustizia, che si può essere una spina nel fianco anche per uno dei più oppressivi regimi della storia.