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Giulio Ruffini - Dalla meraviglia del vero al rimpianto del passato

Nell’ambito delle celebrazioni per il Centenario della nascita (1921-2021), la Galleria comunale d’Arte di Faenza (Voltone della Molinella 2) presenta, dal 30 ottobre al 21 novembre, un’ampia esposizione delle opere di Giulio Ruffini, una delle figure che più hanno contribuito a dare un volto e un’identità alla Romagna attraverso l’arte. La mostra è a cura di Franco Bertoni.

Un percorso espositivo che prevede l’approfondimento dei diversi periodi e delle varie tematiche connesse alla produzione del pittore romagnolo.

L’inaugurazione, alla presenza del sindaco Massimo Isola e degli organizzatori, è in programma sabato 30 ottobre alle ore 18.

 

Giulio Ruffini nasce nel 1921 a Glorie di Bagnacavallo, figlio unico di una bracciante agricola e di un operaio che scompare prematuramente. Sin dai tempi della scuola dimostra un particolare talento per il disegno, che svilupperà a partire dal 1942, anno in cui inizia a frequentare a Cotignola la Scuola di Arti e Mestieri di Luigi Varoli.Nel dopoguerra partecipa a diversi concorsi di pittura ottenendo riconoscimenti con opere realiste dedicate al mondo contadino e nature morte: vince il “Premio Diomira” a Milano (1951), si aggiudica il “Premio Suzzara” (1952) e ottiene il 1° premio alla “Biennale Romagnola” di Imola (1953). Il 1954 è un anno cruciale per Ruffini: allestisce la prima mostra personale al Circolo di cultura di Bologna e presenta tre dipinti alla XXVII Biennale di Venezia.Dal 1956 la frequentazione di Mattia Moreni, già conosciuto ai tempi della scuola di Varoli, porta Giulio Ruffini a sperimentare le poetiche informali ed espressioniste. Nel 1957 diventa insegnante al Liceo Artistico di Ravenna, attività che proseguirà fino al 1982. A Ravenna l’artista racconta lo stile di vita cittadino, le nuove ansie dell’uomo e la mutazione del paesaggio da rurale a metropolitano.Negli anni Sessanta continuano le sue partecipazioni a varie manifestazioni nazionali: nel 1965 vince il premio cartone per mosaico “Omaggio a Dante”, mentre si aggiudica il 2° premio sia a Suzzara nel 1960 e nel 1967, sia al “Premio Silvestro Lega” di Modigliana nel 1963, sia al “Premio Campigna” nel 1967 e nel 1973. Nel 1968 viene pubblicata l’importante monografia curata da Raffaele De Grada che rappresenta il primo organico tentativo di storicizzazione della sua opera.Dalla fine degli anni Sessanta Giulio Ruffini si dedica a una ricerca più intimistica e introspettiva, dando vita a opere figurative allegoriche in cui il dato reale e i ricordi convivono in atmosfere di sapore surrealista.Nei decenni successivi l’artista diventerà sempre più schivo e restìo alle apparizioni pubbliche, ma la sua produzione rimane molto prolifica, sia sul fronte pittorico che su quello grafico. Continua ad esporre in manifestazioni collettive e nelle mostre personali che diverse amministrazioni comunali gli hanno dedicato fino agli ultimi anni della sua vita. Giulio Ruffini muore a Ravenna l’1 settembre 2011, all’età di 90 anni.